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〉 Attività fisica adattata

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Attività Fisica Adattata: che cos’è, a chi si rivolge e quali sono i suoi benefici



Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), per attività fisica si intende qualunque sforzo esercitato dal sistema  muscolo-scheletrico che si traduce in un consumo di energia superiore a quello in condizioni di riposo. In questa definizione rientrano anche attività quotidiane, come camminare, andare in bicicletta, ballare, giocare. La differenza è evidente quando distinguiamo l’attività fisica dall'esercizio fisico. L’esercizio fisico rappresenta invece la forma di attività fisica pianificata, strutturata, ripetitiva che mira a migliorare e mantenere uno o più componenti della forma fisica.


Che Cos’è l’Attività Fisica Adattata

In Italia con il termine “Attività Fisica Adattata” (in acronimo AFA) si vuole indicare una materia interdisciplinare che include – ma non è limitata all’educazione fisica, allo sport, alla danza e alle arti creative, all'alimentazione – medicina e riabilitazione (IFAPA, 2004) dove prevede programmi di esercizi.
Secondo i fondatori dell’IFAPA (International Federation of Adapted Physical Activity), l’attività fisica adattata si riferisce al movimento e agli sport nei quali viene data un’enfasi particolare agli interessi e alle capacità degli individui caratterizzati da condizioni fisiche svantaggiate, quali disabili, malati o anziani.
L’Attività Fisica Adattata (AFA) consiste in una serie di programmi di esercizio fisico appositamente ideati per persone in fase stabilizzata di patologie croniche, quali ad esempio le malattie neurodegenerative o cardiovascolari.

Come sono organizzati i programmi di allenamento?
I programmi di attività sono costruiti definendo spazi e ausili necessari, in modo da renderli facilmente ripetibili anche in ambienti non riabilitativi.
Il differente stato di salute di ciascuna persona può richiedere l’attivazione di programmi di esercizi differenziati e personalizzati, che tengano conto dei diversi obiettivi e delle capacità funzionali di ciascuno.



La durata del corso, la frequenza settimanale e la durata dell’allenamento dipendono di conseguenza dal tipo di patologia.
L’attività fisica adattata viene prescritta dal medico (medico di medicina generale o medici specialisti come, per esempio, i fisiatri) che fornisce le informazioni necessarie e dà indicazioni sulla possibilità di partecipare ad un programma di AFA, che può essere individuale o di gruppo.
I corsi sono diretti attualmente da Laureati in Scienze Motorie (possibilmente con specialistica in Scienze e Tecniche delle Attività Motorie Preventive e Adattate), istruttori Diplomati Isef, o esperti pluriennali del settore riconosciuti dal CONI ed enti di promozione sportiva (per esempio ASI), tutti formati per questa tipologia di interventi.

A chi è rivolto l’attività fisica adattata

L’oggetto d’interesse specifico dei programmi e delle attività IFAPA è rappresentato dalle persone affette da malattie, menomazioni, disabilità o deficit funzionali tali da limitare la capacità di praticare le attività fisiche loro congeniali.
Come detto in precedenza, i programmi di attività fisica adattata sono indirizzati ai cittadini con malattie croniche, finalizzati alla modificazione dello stile di vita; quindi, non curano le malattie, bensì promuovono la salute e il mantenimento di un sano stile di vita.
L’AFA, dunque, si rivolge alle persone affette da patologie croniche non trasmissibili e in condizioni croniche stabili, alle persone che non sono in grado, per motivi di vario genere, di partecipare con successo o in condizioni di sicurezza alle normali attività di educazione fisica.

Benefici dell’AFA
I principali scopi dell’AFA sono rappresentati in primo luogo al mantenimento del trofismo muscolare, della flessibilità articolare, della funzione cardiorespiratoria, dell’equilibrio e della deambulazione e, in secondo luogo, alla prevenzione della perdita di massa ossea e della sindrome cronica metabolica, quest’ultima  caratterizzata da obesità centrale, dislipidemia, resistenza all'insulina, ipertensione arteriosa  e disfunzione endoteliale, tutti fattori di
che portano a sviluppare potenzialmente una patologia aterosclerotica.




Sono molteplici i benefici, sia fisici sia sociali, che l’attività fisica adattata può portare nelle persone:
  • potenzia le capacità motorie e migliora lo stato di salute generale della persona favorendo al contempo anche la socializzazione e l’integrazione Le dinamiche di gruppo che si creano nel corso delle attività permettono alle persone di sentirsi parte di una squadra, con una conseguente ricaduta positiva sull’umore e l’autostima;
  • l’AFA, svolta con regolarità, migliora il cammino, aumenta la resistenza allo sforzo, diminuisce la difficoltà a compiere attività di vita quotidiana necessarie per l’autonomia;
  • le attività di AFA contribuiscono inoltre a modificare lo stile di vita, sia per prevenire sia per mitigare uno stato di disabilità già presente, andando a contrastare l’effetto aggravante della sedentarietà.
È importante specificare che l’AFA non è un intervento riabilitativo, bensì un’attività di prevenzione e di mantenimento e non è proposta e svolta da personale medico o fisioterapico, ma si colloca al di fuori del sistema sanitario.
L’AFA nel percorso riabilitativo
L’attività fisica adattata è ormai ritenuta complementare a ogni programma di riabilitazione, con finalità di recupero motorio e reintegrazione sociale. Con l’attività fisica adattata si possono infatti ottenere:
  • una maggiore utilizzazione delle capacità funzionali residue,
  • l’aumento della forza muscolare, delle capacità motorie e sensoriali, e della capacità respiratoria;
  • il miglioramento della coordinazione, dei riflessi (con particolare riferimento a quelli oculo-manuali), del gesto fisico, dell’abilità, del senso dell’equilibrio; quindi, si stimola a livello globale l’individuo.
  • Si incoraggia ad una vita attiva e impegnata all’interno della comunità
In conclusione, i programmi di Attività Fisica Adattata mirano a ottenere un miglioramento generale delle condizioni dei pazienti, utilizzando la pratica graduale e incrementata di alcuni parametri dell’attività motoria, della deambulazione e dell’equilibrio.

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