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ALGIE: SINTOMI, CURA, CAUSE, TERAPIA, DIAGNOSI E PREVENZIONE

É il termine medico, derivato dalla parola greca che indica il dolore. Dolore localizzato, regionale o viscerale, dovuto a qualunque causa. Tutte le stimolazioni dolorose che si producono sulla pelle e negli organi interni, a causa di malattie, traumi o incisioni chirurgiche, vengono raccolte insieme con le altre sensazioni dalle cellule nervose, specializzate, i recettori cutanei.

Sintomi dell’algia
Dal luogo dove è avvenuto lo stimolo doloroso, le eccitazioni passano con molta rapidità attraverso una fittissima rete di ramificazioni nervose e raggiungono prima i centri nervosi del midollo spinale, poi il cervello. Solo quando le eccitazioni arrivano al cervello si avverte dolore. Vi sono due tipi di dolore. Un dolore somatico, (corporeo) superficiale: può essere provocato da qualsiasi stimolo di intensità adeguata (stimoli meccanici quali la pressione o il semplice tatto, secondo la sensibilità della zona interessata; stimoli di natura fisica come il calore e stimoli di natura chimica come il contatto con sostanze caustiche). Un dolore viscerale, profondo, che di solito è poco localizzato.
Contrariamente al dolore superficiale che risulta sempre nitido e ben localizzato, il dolore viscerale è vago, sgradevole, nauseante, spesso associato a sudorazione e a variazioni della pressione arteriosa. Secondo un’ipotesi che va per la maggiore il dolore è mediato chimicamente e gli stimoli che lo provocano hanno, in comune, la capacità di determinare la liberazione di un agente chimico che stimola le terminazioni nervose. Il dolore viscerale è male localizzato a causa della scarsezza di tali recettori nei visceri. Tuttavia tali recettori sono molto sensibili anche a stimolazioni quali la distensione, che avviene in condizioni normali nell’intestino durante il transito degli alimenti ingeriti.
Se tale distensione è più frequente o risulta francamente aumentata a causa di infiammazioni o iperemie transitorie, già questa condizione può essere la causa di dolori penosi (colica intestinale).

Dolore cronico dell’algia
Mentre il dolore acuto può essere considerato un utilissimo campanello di allarme dell’organismo, che avverte della necessità di allontanarsi da un pericolo esterno, o segnala l’esistenza di qualche malattia viscerale, il dolore cronico o persistente può rovinare la vita di un ammalato e deve essere combattuto con ogni mezzo. I medici definiscono dolore cronico quello che dura da più di sei mesi, che ha spesso un’entità sproporzionata alla gravità della malattia, e che produce disturbi psicologici e alterazioni del sonno. Le cause di questo tipo di dolore sono molteplici: malattie croniche, infiammazioni o tumori, che producano sostanze capaci di infiammare le terminazioni nervose, o le comprimano direttamente; alterazioni del sistema nervoso, a livello centrale oppure a carico dei tronchi nervosi, come è il caso della nevralgia del trigemino; cause psicosomatiche, come nel tipico mal di testa da tensione; cause miste, forse le più comuni nel generare il dolore cronico.

Terapia e cura per il dolore provocato dall’algia
Quando si avverte un dolore, la reazione più istintiva è quella di prendere un analgesico e aspettare che passi. Questo comportamento può essere considerato ragionevole solo per un banale mal di testa. Cancellare il dolore con un analgesico non vuol dire curare la malattia che ha provocato quel dolore; anzi, molto spesso, l’illusorio benessere indotto dal farmaco fa ritenere inutile l’intervento del medico, e permette alla malattia di progredire fino alle più gravi complicazioni: ad esempio, un’appendicite trascurata a causa di un’insensata terapia antidolorifica può provocare una peritonite.

Algia facciale
Dolore localizzato al volto. Si distinguono due tipi principali di algia facciale.

Algia vascolare facciale
È dovuta a un’anomalia del funzionamento dei vasi e si manifesta con un dolore intenso che interessa la metà del viso, localizzato in genere dietro l’occhio. È accompagnata da rossore cutaneo, lacrimazione e gocciolamento nasale del lato colpito. Evolve in crisi che possono durare da 30 minuti ad alcune ore, per un periodo compreso tra 15 giorni e più mesi.

Nevralgia del trigemino
È dovuta talvolta a una malattia neurologica (sclerosi a placche), ma più spesso non ha una causa nota. Si manifesta con un dolore particolarmente intenso, della durata di 1 o 2 minuti, localizzato su un lato del viso. Le crisi durano da qualche giorno ad alcune settimane.
Il trattamento delle algie facciali implica l’utilizzo di comuni analgesici (paracetamolo) o antidepressivi (amitriptilina). Per l’algia vascolare facciale, un trattamento di base con verapamil è spesso efficace. Per la nevralgia del trigemino, nel caso in cui gli analgesici si rivelino insufficienti, vengono prescritti ß-bloccanti (propranololo) o antiepilettici (carbamazepina). Se anche questi risultano inefficaci, è possibile intervenire chirurgicamente sul nervo.

Algia rettale
Dolore dell’ano o del retto.
Le proctalgie di cui non è nota la causa precisa sono più frequenti nelle persone soggette a disturbi psicosomatici o di natura an siosa, o sottoposte a tensioni psicologiche (stress).

Sintomi dell’algia rettale
La proctalgia si manifesta con un dolore intenso simile a una contrattura, che insorge in modo imprevedibile, con accessi di breve durata, e scompare spontaneamente ma si ripete. È spesso associata alla contrazione di alcuni muscoli della regione anale.

Diagnosi dell’algia rettale
La diagnosi si basa sull’esame del paziente da parte di un proctologo; mediante esame clinico, anoscopia (esame visivo del condotto anale), rettoscopia (esame visivo del retto) ed ecografia, lo specialista si accerta che la patologia non sia il sintomo di un disturbo più grave (cancro).

Terapia e cura dell’algia rettale
Si basa sulla somministrazione di farmaci sedativi o miorilassanti (che eliminano la contrattura) e sul rilassamento del paziente. L’evoluzione è lunga e incostante, ma il disturbo è benigno.

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